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Stretching: mito o leggenda

Lo stretching o allungamento è costituito da una serie di esercizi, il cui obbiettivo finale è quello di mantenere elastici i muscoli, i legamenti e le articolazioni.

Ma è davvero utile? Previene efficacemente gli infortuni muscolari

Negli ultimi anni, si sono susseguite una serie d’informazioni che hanno messo in serio dubbio

Il razionale di tale metodica.

Cerchiamo di fare chiarezza.

Tanto per cominciare, non esiste un solo tipo di stretching, ma almeno 3-4 tecniche ben distinte di stretching sportivo.

Non tutti gli sport, risentono allo stesso modo dei benefici dell’allungamento, anzi in alcuni casi, soprattutto negli sport in cui gli sforzi submassimali muscolari, sono concentrati in pochi secondi o negli sport in cui è richiesto un movimento rapido dell’articolazione, (vedi arti marzioli o sport da combattimento) lo stretching pre-gara sta sparendo.

Numerosi studi hanno infatti dimostrato che oltre a ridurre la forza e la velocità muscolare, favorisca anche alcuni infortuni capsulo-legametosi.

Ben altro ruolo ha negli sport di durata, dove la stimolazione continua delle fibre muscolari e delle capsule articolare, risponde favorevolmente agli esercizi di allungamento. Anche in questi casi però è da sottolineare come un stretching pre-gara fatto senza un adeguato riscaldamento si dimostra poco efficacie. Utile invece effettuare una seduta post gara o post allenamento adeguata, per durata e metodo, per consentire al muscolo un defaticamento ottimale.

Potremmo per semplicità dire che ad un atleta occasionale, sarebbe utile fare una sessione di stretching post allenamento che ha come obiettivo quello di elasticizzare muscoli e capsule articolari e di ridurre la fatica muscolare.

Negli atleti abituali, uno stretching in fase iniziale di allenamento dopo aver effettuato un adeguato riscaldamento può favorire il miglioramento dei gesti di coordinazione e quindi l’esecuzione di un determinato esercizio, migliorandone qualità ed efficacia.

Allo stesso modo andrebbe eseguita una sessione di stretching post-allenamento per ottenere gli stessi benefici degli atleti occasionali.

Per finire negli atleti abituali, si è dimostrata efficace soprattutto nel miglioramento della postura e quindi genericamente del gesto sportivo eseguire quotidianamente una seduta di allungamento per allenare la “memoria” muscolare.

Un discorso a parte merita lo sportivo “maturo”.

I maggiori benefici dello stretching sono probabilmente dimostrabili in tali atleti.

Infatti sulla scorta delle metodiche di allungamento riabilitativo praticate in pazienti over 60, si è dimostrato che il mantenere una buona elasticità muscolo-tendinea e capsulare, oltre a prevenire infortuni, migliora anche la coordinazione motoria e la forza muscolare, rinforzando quei circuiti prorpiocettivi, che sia nel post infortunio che nel atleta maturo tendono biologicamente a ridursi.

 

Possiamo dire quindi: “ad ognuno il suo stretching”…